di Paolo Zoppellari1
È curioso che dopo anni di prospettata svolta ambientalista, in tempi in cui risulta inevitabile ribadire, in ogni contesto, la necessità di imboccare una direzione differente in tema di ambiente, sia stata scelta - per comunicare l’impegno ambientalista che caratterizza il nuovo esecutivo – una denominazione – transizione ecologica - che non allude a girare l’angolo o magari una pagina e nemmeno a svoltare né tantomeno ad effettuare un’inversione di direzione, bensì sembra indicare l’opportunità di proseguire, di andare avanti nella stessa direzione seppure modificando il ritmo, la modalità di avanzamento, l’andamento con cui proseguire. Transizione sembra infatti alludere ad un passaggio, ad una modifica, ad un mutamento ma non certo ad una svolta drastica, ad un deciso cambio di direzione, ad una sterzata inevitabile ed inderogabile delle politiche ambientali. Per non dire dell’aggettivo scelto per qualificarla, con quell’ecologica che ci riporta indietro nel tempo, agli anni ’80, quando ambientale ed ambientalisti non facevano parte del nostro vocabolario e non avevamo ancora un ministero dell’ambiente ma solo un dipartimento dedicato appunto all’ecologia.
E sempre in tema di direzioni, oggi non si può parlare di ambiente senza invocare la necessità, molto più che l’opportunità, di rivoluzionare i nostri modelli produttivi, e non solo quelli, abbracciando senza indugio i canoni dell’economia circolare.
Il modello economico non può più essere lineare, unidirezionale, sempre in avanti – dalla materia prima al prodotto che poi diventa rifiuto da smaltire – ma deve prevedere, fin dalla progettazione, una produzione che massimizzi il riutilizzo approvvigionandosi di materiali riciclati sottratti allo smaltimento come rifiuti – dal rifiuto riciclato che sostituisce la materia prima al prodotto che diventa rifiuto da riutilizzare.
In ogni contesto, in ogni comunicazione che ci parli anche vagamente di futuro sostenibile sembra ormai che non possa mancare il riferimento all’economia circolare ovvero ad un’economia che massimizzi il ricorso al riciclo ed al riutilizzo, minimizzando il consumo di risorse e di materie prime.
Può sembrare un concetto innovativo se non fosse che, a ben guardarci, con un corretto approccio economico-ingegneristico basato sulla identificazione sistematica dei costi e su di una efficace analisi energetica, per esempio, di un sistema produttivo industriale, il riutilizzo dei flussi interni di materia ed energia per minimizzare il relativo consumo ed ottimizzare l’efficienza complessiva del sistema stesso si rivelava sovente la migliore soluzione possibile per produrre, e già prima che l’imperante concetto di economia circolare segnasse l’unica direzione da poter intraprendere per garantire un possibile futuro alle nuove generazioni.
Senza dimenticare, a proposito di generazioni, che non pochi giovani oggi tentano di salvarsi dal declino post-industriale che considerano ineluttabile negando ogni forma di progresso ed imboccando una direzione decisamente contraria, una marcia indietro nel tempo che si traduce spesso nel ritorno alle vecchie tradizioni contadine dei nostri antenati, ad una economia rurale che non produce, come non produceva, rifiuti e dove non esistono, e non esistevano, residui da smaltire, con tutti gli scarti che hanno, come avevano, un previsto (ri)utilizzo.
Del resto, non ci fu un tempo in cui non era solo un detto dichiarare che… ”del maiale non si butta via niente”..?
E allora, radicati nel nostro tempo senza scelte anacronistiche e superando troppi anni di politiche ambientaliste di ogni parte in cerca, ad ogni occasione, di una nuova definizione sempre accattivante ma spesso vuota, non resta che sperare che si provi ad imboccare una direzione concreta e reale, come gli scarti del maiale suggerirebbero.
Bolognese dall’asilo all’università; quando non è a sciare coi figli è occupato tra ambiente e sicurezza con la sua società di ingegneria. È tra i fondatori di Orno Teatro.
La CICALA di Orno è la vetrina privilegiata delle iniziative dell’Associazione ORNO TEATRO, con i frequenti rimandi al sito dell’Associazione e al proprio canale YouTube, dove sarà possibile seguire, vivere e condividere gli eventi che abbiamo organizzato:
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Se questo mondo vi sembra spietato, dovreste vedere cosa sono gli altri
In attesa delle aperture ….